sabato 6 ottobre 2007

Musica e follia


Reign over me

Quasi controvoglia ho optato per questo film; il titolo non mi diceva molto se non un rimando ad un brano intensamente evocativo degli Who.
Pensando di annoiarmi ho iniziato a vedere questa pellicola senza troppe pretese. Il film si muove lentamente attorno ai protagonisti principali Alan e Charlie, interpretati rispettivamente da Don Cheadle e Adam Sandler (appena visto in Io vi dichiaro marito e... marito, commedia non troppo brillante) e lascia intravedere un senso di dramma. E, infatti, tale è la situazione in cui vive inconsciamente Charlie, oramai isolato dalla vita da cause che impareremo a conoscere attraverso Alan. Incontratisi per caso dopo molti anni, i due cominciano a frequentarsi; sarebbe meglio dire che Alan intuisce le difficoltà di un vecchio amico al quale decide di stare accanto e anche, forse, per staccarsi da una vita matrimoniale un po’ stretta.
Circolando per le strade di Manhattan – accompagnati da un simpatico monopattino a motore - verremo immersi in quello che risulta essere una perdita di attaccamento alla realtà in seguito all’evento americano più devastante degli ultimi anni: l’11 settembre, la cui ombra continua a distorcere ricordi e affetti negli occhi di Charlie che, per dimenticare la moglie e le tre figlie strappatigli via in quel funesto giorno, si abbandona ad un mondo fatto di musica e videogiochi, lontano da tutti, ricco di una ricchezza improvvisa a compensazione delle morti subite.
Assistiamo ad un sentimento di incondizionato affetto nei confronti di un altro essere umano, svuotato da ogni forma di egoismo e pregiudizio, ma ricco di sfumature sulle quali riflettere.
Ci si scordi l’azione, la suspense, gli effetti speciali o altre diavolerie e si osservino unicamente gli aspetti della vita che possono investire chiunque di noi, piangendo il dolore e abbracciando l’amicizia, pensando all’amore come sentimento da esaltare in tutte le sue forme e dimensioni.
Una altro merito del film, per quanto mi riguarda, è aver inserito la musica come colonna portante di tutti i momenti; una musica non presente in quanto suonata, ma come concetto, in grado di isolare e di unire allo stesso tempo, di risvegliare ricordi che mi hanno riportato a vent’anni fa, quando mi infiammavo per Springsteen. Pochi accenni e alcuni secondi di un album storico come The River hanno immalinconito questo mio cuore rock.
Invito ad ascoltare anche il brano finale che da il titolo al film: un tributo particolare suonato dai Pearl Jam con grande personalità, merito soprattutto della bellezza dell’originale.
Voto: 6 ½


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo su questo film che ho visto perchè trascinata da un amico. Un film lento, ma che intenerisce nella storia che racconta. Vero, l'amicizia è un grandissimo sentimento, ma difficilmente si incontra, soprattutto a questi livelli.

Anonimo ha detto...

Mi sono riconosciuto in Charlie non tanto per il dramma che vive, ma per quel suo modo di isolarsi dal mondo con le cuffie, sorta di scudo per proteggersi da tutto e da tutti. Non so se sia un bene o un male, ma mi ci diverto.

by Ax ha detto...

Pier, anche io utilizzo spesso le cuffie, soprattutto prima di addormentarmi. So già che ascoltando alcuni album che mi sono cari i miei sogni saranno memorabili. E succede ogni volta.

Anonimo ha detto...

Difficile esprimermi su questo film. Le emozioni sono cosa personalissima e non riesco a trasformarle in parole senza perdere un pò del senso originale. Il film mi è piaciuto e lo rivedrò a breve, lui e la sua storia di amicizia e gli amici della storia mi hanno tenuto compagnia in un modo tutto particolare riuscendo ad emozionarmi.
Mi è piaciuto dove scrivi: "Assistiamo ad un sentimento di incondizionato affetto nei confronti di un altro essere umano, svuotato da ogni forma di egoismo e pregiudizio, ma ricco di sfumature sulle quali riflettere."