venerdì 5 ottobre 2007

L’ultima Legione... purtroppo.



Ero curioso di vedere la versione cinematografica del romanzo di Manfredi. Un'aspettativa nata dalla lettura del medesimo, con divertita partecipazione e sano interesse.
In breve: Anno Domini 476. L'ultimo imperatore romano, il tredicenne Romolo Augustolo accompagnato dal suo mentore Ambrosino, viene rapito dai barbari e confinato a Capri. Siamo alla fine del glorioso Impero Romano, ma a farcene sentire ancora la forza e la potenza ci penserà un manipolo di legionari che, aiutati dall'eccezionale guerriera Livia Prisca e guidati dal comandante Aurelio, tenterà di liberare il piccolo Cesare a rischio della propria incolumità mettendo alla prova le proprie capacità.

Ora, la primissima impressione delle primissime scene è che la produzione non abbia puntato tutte le risorse sull'atmosfera che può evocare un film storico, tenendo presente che si parla dell'Impero Romano; sembra di assistere ad un film di serie B con tutta l'artificiosità del genere senza il tocco originale di un Quentin di turno. Mi lascia perplesso, ma, dopotutto, ricordo che nel romanzo l'azione era lasciata più alla fisicità degli eventi che alla geografia dei luoghi. Col prosieguo della storia mi si consolida il pensiero di mancanza di personalità e continuo la visione senza partecipazione alle vicende che si susseguono (tenendo presente che ho letto il libro e con ancora in mente lo sviluppo della trama); il ruolo del solido comandante è affidato a Colin Firth, che per quanto io abbia apprezzato in altri film, proprio non ce l'ha la faccia del fiero combattente; e neanche il carisma, o almeno non l'ha ancora dimostrato. Questa considerazione mi pesa per tutto il film e, probabilmente, è da qui che nasce la sensazione di poco impegno da parte di chi puntava sul buon esito del film. E ci aggiungo la prova abbastanza scialba di un veterano del cinema come Ben kingsley e l'inespressività del giovane Cesare.
La regia mi è sembrata fredda e senza coinvolgimento per l'intera vicenda narrata, estranea.
Ogni tanto si respira un tocco di fantastico che si lascia osservare con gli occhi dell'immaginazione e che non mancherà di stuzzicare le fantasie di chi saprà coglierne i riferimenti. Il finale, comunque, si riserva il merito di instillarne l'interesse. Voto: 5


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto il film e mi è piaciuto. Non sono d'accordo sulla mancanza di personalità: mi ci sono immersa bene nella storia e ho goduto nel finale. Si sa, il mondo è bello perchè è vario :-)

by Ax ha detto...

Ciao Mary,
Ti ringrazio per il punto di vista, ma continuo a pensare che la struttura portante del film sia priva di forza narrativa, asciutta di sentimenti e sterile di partecipazione.
Detto questo, sono certo che saranno in molti a trovarlo divertente e ci mancherebbe altro. Ma non io.

Anonimo ha detto...

Brutto, veramente! Concordo sulla mancanza di parecipazione e sulla piattezza dei protagonisti. Mi è sembrato di assistere ad uno spettacolo di principianti alle prese con la loro prima rappresentazione.