giovedì 6 settembre 2007

Morire in diretta


Vacancy - "In certi motel nessuno sopravvive più di una notte" -. (2007)

E' capitato, durante la settimana centrale d'Agosto, di vedere questo film. Un thriller interpretato dal simpatico Luke Wilson e dalla bella Kate Beckinsale, impegnati a vestire i panni di una coppia vicina alla crisi affettiva. I due, in viaggio, costretti a fermarsi per un guasto all'auto, raggiungono - a piedi - l'unico motel della zona. L'accoglienza non è delle migliori: urla strazianti dal locale dietro la reception accolgono i due giovani, rassicurati dal (inquietante) proprietario che ha un telecomando in mano; la televisione tira brutti scherzi! Benchè titubanti, decidono di fermarsi per la notte e da quel momento vivranno situazioni da non consigliare a nessuno, dove la paura o il senso del terrore la faranno da padrone. Già, quello che i nostri (inconsapevolmente) stanno per vivere è l'appuntamento con il puro divertimento orchestrato da qualcuno che prova piacere a filmare le proprie vittime mentre l'atto criminale si compie. Snuff-movie in azione e non occasionale, come sarà dimostrato dalle decine (centinaia?) di videocassette custodite proprio in quel locale dietro la reception che aveva spalancato le porte a quest'avventura filmata per il piacere di spettatori anonimi. Tutto si svolge prevalentemente all'interno della camera presa in affitto, dove le prime avvisaglie di quello che sta per succedere sono date da un insistente e ossessivo bussare dalla camera di fianco e dalla televisione accesa per passare il tempo(?); le immagini riproposte sono quelle dell'ultima videocassetta inserita (da chi?) che contiene scene di violenza estrema. Ma qualcosa non torna! Le pareti, i letti, i colori, il mobilio, sono esattamente identici a quelli della camera in cui si trovano i due sfortunati clienti. Coincidenza? Non la pensano così le figure mascherate che si aggirano intorno al motel. Da qui in poi saranno incubo e spirito di sopravvivenza a far proseguire il film, che per rispetto di chi lo vedrà non commento. Una cosa mi sento di dire, però: la follia di quello che accade è data dalla perversa malvagità di chi ricava gioia dall'osservare - in diretta - la sofferenza altrui. Quella stessa sofferenza che noi amiamo vedere in film come questi da parte dei protagonisti. Inquietante!

L'argomento trattato non è propriamente di quelli che preferisco; la mia curiosità era concentrata più sul protagonista, qui alle prese con un ruolo serio, che sulla storia in se stessa ricca in abbondanza di stereotipi cari all'immaginario del brivido: la notte, il luogo desolato, nessun aiuto in cui sperare, figure d'ombra che si aggirano e chi più ne ha più ne metta. Tutto sommato il buon Luke lo preferisco nei ruoli da commedia - anche se non arriverà mai alle punte di irriverente comicità del fratello Owen (stesso DNA, diverso talento) -, ma gli auguro di proseguire se si sente ispirato. Non pongo mai limiti alla creatività di un'artista, a patto che esprima arte e non banalità. Insomma, la pellicola è un intrattenimento per chi non pretende nulla d'originale o minimamente diverso dal già conosciuto, ma per chi vuole trascorrere, strettamente abbracciato al cuscino, qualche momento di terribile piacere(?). Voto: 6-.


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